Attività venatoria e Antibracconaggio
Nonostante una riduzione progressiva della sua popolarità, la caccia rappresenta tuttora un pericolo importante per la biodiversità e in particolare per l’avifauna. Diverse specie in stato di conservazione precario sono ancora cacciabili e i periodi di apertura della caccia coincidono spesso con momenti delicati per il ciclo vitale degli uccelli.
A ciò si aggiungono i danni derivati dal bracconaggio, da metodi di cattura desueti e crudeli, dagli illeciti che si compiono nelle zone grigie della regolamentazione. Le munizioni al piombo inquinano le zone umide, mentre la raccolta dati in ambito venatorio rimane insufficiente. In questo campo è quindi necessario battersi per l’applicazione delle giuste regole e la diffusione di sensibilità e cultura ambientale, cultura etica in grado di contrapporsi alla caccia selvaggia.
A questi obiettivi è dedicata l’Area formativa “Attività venatoria e antibracconaggio” della Sdam, nella quale sarà possibile approfondire l’evoluzione della legislazione nazionale e internazionale in tema di tutele degli uccelli e regolamentazione dell’attività venatoria, le specie di uccelli interessate, gli effetti dell’attività venatoria sulla conservazione degli uccelli e così via.
I corsi e i workshop di quest’Area forniti strumenti per comprendere le dinamiche in atto anche a livello regionale, con approfondimenti su piani faunistici, i comitati tecnici, i calendari venatori, i portatori di interesse e la giusta impostazione delle azioni di policy per favorire maggiori tutele. Molti gli aspetti affrontati il tema del bracconaggio, sulle pratiche illecite, i black spot, il bracconaggio diffuso, le zone grigie, i campi antibracconaggio e in generale i metodi di contrasto, le rotte di migrazione e le azioni internazionali.